Karting

Ormai e’ un dato di fatto che il karting sia considerato come la disciplina propedeutica per definizione dell’automobilismo sportivo su pista.

L’Italia e’ il paese dove risiedono i maggiori costruttori (Tony, CRG, Birel, Intrepid…) e quindi anche i Campionati e le competizioni di interesse internazionale partono o comunque sono organizzate nel Bel paese : l’evento sportivo ed i risultati che ne conseguono sono direttamente contatenati agli interessi commerciali dei costruttori stessi i quali sono riusciti a boicottare la Federazione Internazionale CIK-FIA pur di proteggere i propri interessi.

Ma tutto questo che valenza sportiva ancora conserva per chi, come me, lavora sui piloti e non per vendere karts ?

Se da un punto di vista tecnico il regolamento si sta affinando sempre di piu’ e converge verso una serie di assiomi e postulati abbastanza ben definiti, dal punto di vista sportivo le cose sono lontane dall’essere chiare e universalmente adottate e applicate.

Le competizioni ormai, a tutti i livelli, vedono circa 35-40 karts alla partenza di una pre-finale o di una finale. La “battaglia” che ne consegue e’ esasperata e proprio di battaglia si tratta.

Sono convinto che, la non chiarezza e mancanza di un regolamento sportivo e di comportamento ben preciso sia alla base di tutto questo.

E’ chiaro che, chi investe in questo settore, e’ interessato che la competizione faccia emergere il pilota con maggiore talento. Il talento stesso deve essere protetto dall’applicazione rigorosa del regolamento tecnico ma anche da norme sportive che ne descrivano le azioni, i sorpassi, le finte , le toccate ..in qualifica, durante gli heats e le finali.

Mi chiedo ….esiste un regolamento sportivo nei kart oppure il classico “buon senso” tanto caro a noi italiani, viene utilizzato per giudicare e dirigere la competizione ?

Siamo sicuri che questo sia sufficiente a garantire che questa disciplina sia effettivamente utile per l’inizio della carriera di un futuro pilota oppure il pressapochismo e la faciloneria con la quale si affrontano certi problemi non comporti un progressivo depaurimento del potenziale serbatoio di talenti dal quale ci aspettiamo la nascita del futuro campione ?

Luca

9 Responses to “Karting”

  1. Dante IronHead Banchio Says:

    Errata corrige!!!!!
    Dalla lettura, seppur superficiale delle due repliche di Luca e Giulio, si posso trarre solo alcune brevi considerazioni di carattere deontologico riguardanti lo sport del karting nazionale e non.
    1) Le considerazioni di Giulio sono improntate ad un discorso di clientelarismo insito e generazionale, impostato sull’io ponderato e tautologico – mi spiego – il semplice fatto di frequentare il mondo del kart e auto da quindici anni (da verificare in che veste) non lo esime dal verificare con serietà ed accuratezza il comportamento dei piloti, se si è in grado di distinguere la volontarietà dall’opposto ( e qui ho i miei dubbi se non si hanno esperienze di giustizia sportiva) da un lato e dall’altro nel giudicare tali comportamenti con equilibrio e competenza, cosa che a Sarno non mi è parsa emergere.
    Non cerchiamo, da buoni Italiani, di sempre ergerci a giustificare il comportamento dei piloti come contrappasso ad un moralismo che trasuda dagli scritti dei due replicanti Luca e Giulio, e a dir poco interessato e contraddittorio.
    2) Tralasciando tutte le considerazione se pur interessate e poco interessanti della prima parte dello scritto, mi permetto di replicare ad alcuni excursus:
    omissis….Il talento non va scoperto, va assecondato, indirizzato. Ed il karting permette già di fare una prima selezione, senza dubbio alcuno! La cosa importante è capire che esiste una persona dietro al pilota, un individuo……
    La frase di per se nel voler prendere in considerazione una situazione astrattiva( il talento) vuol dare un indirizzo preciso nel distinguere il medesimo dal reale, cosa impossibile in quanto è nella indole umana cercare di arrivare all’obbiettivo con tutti i mezzi possibili, anche illeciti….cosa che accade troppo spesso sulle piste.
    ….omissis…..Ora, ci sono molte situazioni che andrebbero sistemate, e confermo che il regolamento sportivo è rimasto defilato rispetto al miglioramento (inteso come uniformità e qualità rigorosa nei controlli) che si è avuto nella stesura delle norme tecniche.
    Anche in questa frase si denota il pressapochismo di giudizio del sig. Giulio, nel distinguere regolamento sportivi da quello tecnico. Il regolamento tecnico ha l’obbligo, pur con le sue lacune e “connivenze”, di evolversi di passo con le motorizzazioni e la telaistica, mentre quello sportivo non necessita di tale sviluppo essendo esso scritto e applicato – se e quando applicato – nella stesura e forma attuale che è da tempo consolidata. Le norme dell’RNS e le NS 12 e 16 non necessitano di aggiornamenti mentre di aggiornamenti a livello tecnologico necessitano gli ufficiali di gara e le piste in quanto questo sport si è velocizzato in modo esponenziale.
    ……omissis…….E poi tutti i piloti da pista amano la bagarre, il rapporto fisico con l’avversario, il sorpasso e niente lo insegna meglio del kart; certo va regolamentato e monitorato. Tutti cercano di vincere, uno solo ci riesce.
    Onestamente non so che mestiere esercita Lei e in quale parte della galassia, ma il suo ragionamento è una contraddizione unica e a dir poco contorto; vero è che il pilota cerca la pugna e il contatto, ma nei limiti consentiti dal R.N.S. che ben specifica la misura in cui un soggetto può agire. Un conto è l’entrata a sorpasso avvenuto ( non sto a dilungarmi sul significato dell’affermazione), un conto è il tamponamento o peggio, l’entrata a gamba tesa sul fianco di chi ti precede. A nulla servono nuove leggi sul’ ordinamento o la monitorizzazione del sorpasso, necessitano solo Ufficiali di gara preparati e motivati nell’agire, professionisti della pista in grado di valutare i soggetti, le azioni e le sanzioni da applicare.
    …..omissis…Io dico sempre a chi si lamenta dei contatti: ”Parti davanti, restaci e nessuno potrà darti colpi!”
    Qui mi sento di contraddirla con forza sig. Giulio e le porto l’esempio di un deprecabile fatto accaduto e non opportunamente sanzionato all’autodromo di Monza non più di quindici giorni fa: il vincitore di gara 1 nella Renault Alpes, in gara 2 alla quarta curva del 1° giro pur capoclassifica, è stato tamponato con violenza e spedito a muro……..quindi il suo assioma è pur sempre e solo fittizio ed utopico!!!!!
    ….omissis…..il karting è importante ma non fondamentale per un futuro professionista dell’automobilismo…omissis…..quindi il kart insegna il lavoro di squadra, la fiducia nei propri mezzi ma anche la fiducia in chi ci prepara i mezzo, appunto. La cura dei dettagli, il rapporto causa-effetto, la ricerca e l’esasperazione tecnica, l’ambizione e si spera, la sportività.
    Due frasi che denotano ancora una volta se ce ne fosse la necessità, tutta la contraddizione e gli interessi malcelati insiti in Lei, sig. Giulio. O il karting è una scuola di vita e una maestra di cultura sportiva o non lo è e la verità non la devo trovare io, ma Lei e solo Lei, che credo, leggendo anche tra le righe, nutre un certo disappunto in iniziative tutte italiane e il solo piacere di criticare le pur oneste e garbate osservazioni dell’ing. Baldisserri.
    Avendo alle spalle ormai trentacinque anni di direzioni gare karting e ora anche auto la invito, sig. Giulio ad un briefing che di norma faccio ai ragazzi prima delle gare, la invito a presenziare ai briefing che si tengono con i genitori di tali piloti e la invito ad un briefing con me e l’ing. Baldisserri, in modo che si possa ricredere sulla attuale stato di salute del karting e da che personaggi è gestito a livello sia nazionale che internazionale (parlo a livello di preparatori, manager, assistenti e talent-scout come li chiama Lei) e son certo che si ricrederà su molte sue strampalate idee. L’Inge. nel suo excursus ha solo richiesto un po’ di tecnologia che coadiuvi la Direzione gara e, interpretando (visto che lo conosco bene) il suo pensiero, una maggiore uniformità di giudizio nel sanzionare i comportamenti dei piloti al solo scopo educativo e non repressivo!!!!
    Tanto Le dovevo, nella speranza di poterla presto incontrare.
    Dante

    • Giulio Says:

      “CUI PRODEST?”

      “Cui prodest scelus, is fecit” “Colui al quale il crimine porta vantaggi,egli l’ha compiuto” (MEDEA – SENECA)

      Mi chiedo il perché di tale risposta,tutto il resto passa in secondo piano.

      Perché?A chi giova?

      Da cosa nasce una disamina così accanita,tormentata e squisitamente distruttiva,un collage di frasi estrapolate e riadattate per far sembrare (dal dubbio esito peraltro) il mio pensiero meramente contraddittorio,interessato,privo di senso e quant’altro??

      Mi domando:è possibile che in tutto quello che ho scritto non ci fosse nulla di buono,non una frase condivisibile,un riferimento apprezzabile,una visione interessante,la lettura del tentativo di dare una risposta personale ma che tenesse conto dei pro e dei contro,all’ingegner Baldisserri;certo contestabile o perorabile in egual misura.

      Se volessi prodigarmi nella sua pietosa arte del cercare contraddizioni,incongruenze,cavilli,nelle sue risposte come in quelle di Baldisserri,potrei forse riuscirci con risultati almeno comparabili ai suoi,ma onestamente mi sentirei troppo stupido nel farlo,ancor più che l’essere qui ad occupare il mio tempo per contro battere ad una persona che non conosco,in un contesto che non amo (forum,nel quale sono intervenuto per la prima volta in vita mia),la quale ha dato sfoggio a tutte le sue più recondite quanto inopportune,fuori contesto e posticce conoscenze o reminiscenze filosofiche,nel tentativo di fare passare per scemo il sottoscritto,depistare la lettura della mia tesi che,pur con alcuni passaggi che riconosco leggermente contorti,alcune frasi da interpretare e,come avevo ammonito,tutta l’imprecisione e l’emotività di uno scritto “di getto”,mi sembra tuttora un modesto quanto comprensibile ed interessante elememto espressivo di un pensiero e di una analisi.

      Un’analisi che,a differenza di quanto affermato da lei,si fonda sulla profonda conoscenza delle dinamiche dell’ambiente,dei personaggi che lo popolano.

      Perchè tirare in ballo concetti filosofici che la maggior parte della gente impegnata nel kart,non conosce?

      Forse per renderli incomprensibili.Filosofia l’ho studiata bene a suo tempo,avendo frequentato il liceo clasico,ma nessuno è qui per ascoltare la sua apocalittica lezione,altrimenti avrei cercato un forum su Immanuel Kant o Arthur Schopenhauer,giusto?Anche nella mia riflessione sul talento,da lei contestata,non ho tirato in ballo teorie psicologiche,psichiatriche,filosofiche,ho semplicemente cercato di rendere comprensibile ed efficace un mio pensiero,tutto qui.Lei cerca di confondere le idee,mescolando talento con ambizioni personali che portano ad artifici tecnici e sportivi,talvolta illeciti,che io condanno ovviamente.

      Per quale motivo prendere lapidarie posizioni in difesa dell’ing Baldisserri,accanendosi nei miei confronti?

      Rappresenta forse lei,qui nel banco degli imputati,in qualità di avvocato difensore,la persona sopra citata,Sig.Banchio?

      Se così fosse,presti il giuramento professionale!

      Ho apprezzato orgogliosamente la risposta di Luca,il quale ha ammesso di condividere alcuni passaggi ed osservazioni da me espresse,ammettendo che la sua riflessione nasca da una scia emotiva,come da me sostenuto.Egli si è dimostrato grato e compiaciuto del mio intervento e si è espresso in maniera propositiva,seppur fosse la persona chiamata in causa e io l’avessi punzecchiato in maniera fastidiosa.

      Un confronto dal quali escono opinioni divergenti,alcune differenze di vedute ma soprattutto la condanna a comportamenti pericolosi ed antisportivi,e l’impegno,ognuno con i mezzi a propria disposizione,di fare qualcosa per migliorare la situazione attuale.

      Riguardo il programma a lui facente capo,io non ho espresso alcuna avversione esplicita(non capisco poi il vostro chiamare ogni cosa con “tutto italiano” sempre con accezione negativa),quindi le sue conclusioni,Sig. Banchio,non hanno alcun valore.Ci tenevo solo a sottolineare che mi sembra ci siano delle evidenti incoerenze.La mia idea a riguardo ce l’ho ma non la esprimerò certo qui.Conosco alcune delle persone coinvolte e l’ho accolta con piacere fin da prima che fosse annunciata pubblicamente.Prima non c’era nulla ora almeno c’è qualcosa…Come ho detto a lui:ognuno fa il proprio mestiere e tira l’acqua al proprio mulino,seguendo i propri interessi.

      Mi chiedo perchè lei non si sia affrettato a far presente all’ingegnere che il regolamento sportivo esiste,citandolo magari?Guardi che Baldisserri ha scritto la mia stessa cosa riguardo alla differenza tra regolamento sportivo e tecnico;come mai tanto accanimento solo nei miei confronti?

      Qui le contraddizioni sono solo sue:prima dice che i regolamenti sportivi sono assodati e non necessitano di aggiornamenti…Le ricordo che non sono la sacra Bibbia..

      Prima:

      …”mentre quello sportivo non necessita di tale sviluppo essendo esso scritto e applicato – se e quando applicato – nella stesura e forma attuale che è da tempo consolidata. Le norme dell’RNS e le NS 12 e 16 non necessitano di aggiornamenti mentre di aggiornamenti a livello tecnologico necessitano gli ufficiali di gara e le piste in quanto questo sport si è velocizzato in modo esponenziale”…

      Poi:

      …”A nulla servono nuove leggi sul’ ordinamento o la monitorizzazione del sorpasso, necessitano solo Ufficiali di gara preparati e motivati nell’agire, professionisti della pista in grado di valutare i soggetti, le azioni e le sanzioni da applicare.”…

      Infine,dulcis in fundo…

      “L’Inge. nel suo excursus ha solo richiesto un po’ di tecnologia che coadiuvi la Direzione gara e, interpretando (visto che lo conosco bene) il suo pensiero, una maggiore uniformità di giudizio nel sanzionare i comportamenti dei piloti al solo scopo educativo e non repressivo!!!!”

      La cosa più interessante l’ha messa fra parentesi…Comunque io avevo fatto riferimento alle videocamere a bordo,ma lei ha preferito omettere questo passaggio pur di non condividere una mia osservazione.

      “Credo, leggendo anche tra le righe, nutre un certo disappunto in iniziative tutte italiane e il solo piacere di criticare le pur oneste e garbate osservazioni dell’ing. Baldisserri.”

      Io invece,leggendo tra le righe,deduco delle ottime doti da seduttore oltreché quelle da difensore,già menzionate.Lei sì che dev’essere un tipo in gamba,Sig Banchio!

      Non è importante ciò che svolgo,mi sento di dire che il motorsport lo conosco piuttosto bene,la galassia dove vivo io è quella degli autodromi,dei kartodromi,delle officine,dell’incontrare i protagonisti e i comprimari,di osservare maniacalmente tra loro quelli che più stimo e dai quali credo di aver ancora molto da imparare,quella di chiedere e di confrontami con tutti,di propormi,di cercare di capire ogni dettaglio tecnico,di carpire ogni segreto,ammesso che ce ne siano,di rimetterci del mio per andare in pista anche da semplice spettatore attivo,di lavorare senza retribuzione pur di contribuire alla mia crescita e formazione personale,per rimanere al passo con i tempi.Di informarmi e documentami su tutto;è la galassia dove un giovane,in un paese per vecchi,cerca di mettere assieme i pezzi,integrare e far interagire le proprie conoscenze ed esperienze al fine di poter essere un vero professionista e non un improvvisato mestierante o ancor peggio un profetico,eroico,romantico appassionato,come ahimè molti si definiscono nel karting.Perché se c’è una cosa che ho imparato è che la passione,da sola,non porta a nulla;essa è solo il punto di partenza.Perciò ora sto approfondendo,tempo permettendo,alcuni punti relativi al RNS,approfittando di questa occasione per sviscerare i dettagli regolamentari dei quali non mi ritengo assolutamente esperto.Ma le assicuro che non ho bisogno del suo invito,seppur io lo abbia accolto con favore,per partecipare ai briefing pre o post gara.Per quattro anni di fila ho partecipato a briefing,ma ammetto che allora non avevo ancora la maturità per comprenderli appieno.Ultimamente ne ho ascoltati alcuni sia in ambito kart che automobilismo,ma non è il fulcro del mio mestiere,perciò non mi sento né in dovere né più di tanto interessato a farlo.Piccola parentesi:crede che i ragazzi di 13/14 anni provenienti da ogni angolo del mondo,messi tutti assieme,capiscano qualcosa dei vostri discorsi?
      Ciò non significa,diversamente da quanto tenta di insinuare lei,che io non conosca le basi del comportamento dentro e fuori la pista,le manovre concesse,la valutazione di manovre volontarie o meno.Non sono un direttore sportivo e mi creda,se mai un giorno avrò tale ruolo od uno simile,non mi farò trovare impreparato.La mia intenzione era dare un quadro generale delle caratteristiche del karting,dando delle valutazioni perciò che fossero da spunto,senza entrare nei dettagli.

      Le assicuro che l’ultima cosa di cui ho bisogno è il suo aiuto per disfarmi di “…mollte mie strampalate idee…”

      Quali???…Questa è davvero bella!

      Ribadisco,conosco bene l’ambiente,so cosa c’é di buono e cosa di marcio,non mi nascondo dietro a nulla,valuto con la mia testa e non ho bisogno di guide spirituali.

      Trovo poco intelligente ed accorto il suo riferimento ai “personaggi” che muovono il karting.Ancora una volta,non ho bisogno che mi dica lei chi sono,molti di loro li conosco personalmente,e di quasi tutti gli altri conosco la storia,le aziende,ho contatti indiretti,alcuni li evito con attenzione e da altri prendo le distanze,ma non mi permetto di attaccarli come fa lei,senza motivo e riferimenti concreti.Ho deciso di lavorare in questo ambiente e accetto che ci siano persone di tutti i tipi,io bado a me stesso e a chi ho intorno.

      Mi chiedo cosa ci faccia lei da così tanti anni nel karting e ora nell’automobilismo,se nutre un sentimento di disgusto verso chi muove la carovana.Esistono tanti altri bei lavori al mondo.

      Dove ritengo che lei abbia veramente esagerato,è nell’attacco nei miei confronti,declassando tutto a semplici “interessi malcelati” e addirittura,senza nemmeno sapere chi sono mi associa a fenomeni di clientelarismo…La parola si riferisce al clientelismo “si indica la pratica disonesta per cui personaggi influenti o individui inseriti nelle amministrazioni pubbliche instaurano un sistema di favoritismi e scambi (fondato sull’assegnazione arbitraria di risorse, prebende, benefici o posti di prestigio nel panorama politico-sociale) con chi non avrebbe alcun titolo per godere di tali favori. ” (http://it.wikipedia.org/wiki/Clientelismo)

      Non mi voglio neppure esprimermi a riguardo,e faccio notare come abbia accusato l’intero sistema di tale pratica.

      L’essere dall’altra parte del sistema forse le ha fatto perdere la testa,ma da quanto scrive,mi pare di capire che non abbia ben chiare le dinamiche di un mondo che vive di competizione estrema.

      Nessuno nella mia famiglia ha il minimo rapporto con il motorsport,non avevo parenti o amici importanti nell’ambiente,mio padre,pur avendone la possibilità,non mi hai mai concesso l’opportunità di mettere il fondoschiena su un mezzo da corsa,mi ha lasciato andare in pista a sei anni con il vicino di casa,mi ha detto che se mi piacevano le corse avrei dovuto arrangiarmi.Avevo un garage,l’ho trasformato in officina.Sapevo leggere e ho comprato libri e riviste;ci capivo poco ma mi impegnavo.Godevo di ottima salute e libertà,sceglievo la pista per i miei weekend.Qualcosa ho ottenuto e raggiunto,spero molto mi riserverà il futuro.Ora ho molte conoscenze e sono ben inserito,qualcuno mi stima,percepisco,altri mi penseranno un cretino,ma nessuno me lo ha ancora detto;perciò non mi preoccupo.

      Sono molto giovane e ogni tanto mi chiedo perchè si dia credito a piloti sempre più giovani e mai nessuno prenda in considerazione ragazzi come me che si impegnano in altri ruoli…Accetto anche questo perchè penso che un giorno qualcuno aprirà gli occhi.Non posso accettare attacchi come i suoi.

      Il dubbio mi rimane:a chi giova?O come direbbe probabilmente lei in preda ad un latrato di saccenteria:CUI PRODEST?

      Leggendo le sue arringhe,io la mia idea ce l’ho….

      Ed ora,dopo aver passato una notte sveglio per scrivere queste fesserie,aver visto un’alba stupenda dal mio terrazzo,gli uccelli cantare spensierati;capisco,una volta di più,quanto io ami le corse…Forse anche perchè mi permettono di controbattere a gente come lei.

      Mi congratulo per la scelta dello pseudonimo.Il bello dei nomi composti in inglese è che si possono facilmente modificare…

      Grazie di cuore.

      Giulio Falsirollo

  2. baldol Says:

    Luca

    il tuo commento invece mi fa incavolare, non per il tuo riferimento a Lance ma per la naturalezza ..del tutto Italiana, con la quale giustifichi l’autoscontro che si vede nel kart …nel senso…mahh…lasciamo stare intanto …una botta te la do’ io…una me la dai tu…alla fine chi e’ davanti e’ comunque il piu’ bravo !
    Credo che invece sia proprio l’atteggiamento come il tuo che sia necessario stoppare e dare invece un’inversione di tendenza prima che sia troppo tardi o meglio, se vogliamo fare in modo che il kart diventi sempre di piu’ la disciplina di riferimento per le future formule.
    Il tuo “knowhow” cosi’ prezioso….personalmente lo puoi tenere ben nascosto, anzi …per il bene del mtorsport in generale , fai in modo che …..non faccia danni !!!..scherzo, prima o poi, ci berremo un birra, anche se non ti conosco !

    • Luca Says:

      Da Luca a Luca…,
      mi spiace che il mio commento susciti in te arrabbiatura, ma forse lo hai male interpretato.
      Non sostengo certo che le scorrettezze siano giuste, ma sottolineo come sia un pò presto in via generale per dare dei giudizi: su un ambiente che si conosce da poco come quello del kart.
      Evito di entrare in una polemica dialettica ed entro nel problema karting-autoscontro (per l’amore che nutro per questo contraddittorio ma superaffascinante sport) e spero che questo lo legga anche il sig. dante banchio esperto direttore di gara: gli autoscontri si vedono molto di più di una volta ed in special modo nella kf3.
      Perchè?: come già riportato da altre parti una delle ragioni è la facilità di colpire senza subire danni (per il tamponatore) da quando si sono introdotti i paraurti posteriori in plastica nonchè (negli anni 90), quelli anteriori. Bene la loro introduzione al fine di evitare i decolli è stata giusta, ma ha portato come conseguenza, nelle categorie non professionali (vedi kf3), un mare di contatti anche dolosi impossibili da punire dai commissari visto il loro alto numero nelle fasi concitate dei primissimi giri di gara.
      io ho corso coi kart senza i paraurti ant e post di plastica (periodo anni 1989-1993) e poi ho ricorso negli anni 2000 anche coi paraurti come gli attuali.
      ricordo benissimo negli anni 90 la difficoltà e i rischi intrinsechi nel fare le tamponate: possibilità immediata di decollo, piedi e/o pedali che andavano ad infilarsi sotto il paraurti post di chi precedeva, mira da prendere…poi con l’introduzione del paraurto ant. in plastica appoggiarsi e /o spingere è diventato più facile, con l’introduzione anche di quello posteriore in plastica è un gioco da ragazzi…
      Dunque come risolvere il problema?: basterebbe applicare un qualcosa di molto sensibile al paraurto ant. che però non si stacchi per altri motivi che non siano una tamponata, e a fine gara chi non ha questo elemento viene estromesso dalla gara. Voglio vedere con una soluzione del genere chi si mette a tamponare! Questa cosa la introdurrei pure nelle categorie turismo dove fior fiore di professionisti risolvono le gare in modo ridicolo..altro che gare di kart…
      Quanto all kf3 il problema rimane quello dei piloti giovani per me troppo giovani e qui mi vorrei dilungare un attimo e penso che la cosa ti possa interessare visto il tuo attuale incarico.
      questa cosa è una conseguenza di del trand malato di questi ultimi anni che vuole i piloti in macchina sempre prima e che infulenza anche il karting e quindi si collega anche al problema da te sollevato.
      Ma perchè è nato questo fenomeno?
      Perchè la gente delle corse è un pò pecorona e facilona anche i professionisti o presunti tali: il fenomeno si è creato con l’avvento quasi contemporaneo e la carriera di Hamilton, di Vettel, Kubica che dopo aver percorso un tracciato molto ben definito e rispettato nei risultati!!!, sono arrivati in F1 facendo faville. Reazione della gente:bisogna impostare tutto come loro!! Purtroppo questa reazione è stata avallata dalle varie federazioni, vedi csai ad esempio, dando la possibilità di debuttare in macchina a 15 anni, errore-errore-errore!
      Punto 1 Hamilton, Vettel, Kubica sono dei super talenti e come tali devono essere considerati a mio parere, cioè non devono essere loro il riferimento in generale per come impostare una carriera se non per i potenziali fenomeni che sono pochissimi come in tutti gli sport.
      Mi spiego meglio su questo punto che è delicato ed interpretabile: ognuno di questi 3, ad occhi attenti, ha dimostrato sin da subito nel kart e/o nelle formule di possedere dei numeri (mix di talento naturale-testa-determinazione-sacrificio etc.) al di fuori della media e quindi hanno avuto per un caso e/o per l’altro la possibilità di andare su di categoria molto in fretta.
      Ma ciò non dev’essere la regola per definizione, il 90% dei piloti che oggi fa la f.abarth tanto per parlare di casa ns. tutti 15enni non capisce una emerita fava da un punto di vista tecnico e tattico perchè sono tecnicamente e agonisticamente e giustamente ancora non maturi e questo lo dico perchè conosco molti team manager o ancora meglio capi macchina che mi dicono che il feedback che ricevono è ridicolo….diciamocela almeno tra noi la verità…!! In formula si deve andare mediamente ai 17-18 anni prima son soldi buttati per il 90% dei ragazzi.
      Ricordo un caso emblematico: il sig. Jarno Trulli nella sua carriera è passato nel giro di 2 stagioni dal kart alla f.1!! direte voi: questo ti contraddice luca, e invece no perchè trulli per vari motivi (soldi se no quali altri) non è potuto andare in macchina subito ed è stato un PROFESSIONISTA del kart per diversi anni. Ciò ha consentito a lui, dotato molto più della media, di vincere in breve tempo il camp. tedesco di f.3 e poi di fare il debutto in f.1 dove ricordo alla prima stagione stava per vincere il g.p. d’austria sulla prost.
      La parola PROFESSIONISTA del kart non è scritta in maiuscolo a caso ma perchè sottolinea la maturità del pilota a prescindere dal mezzo che guida!!!
      Quindi per me caro ing. Luca sono queste alcune delle considerazioni che vorrei sentir fare dai professionisti del settore e non (sintetizzando al massimo il tuo pensiero): ” il kart è una cavolata perchè è pieno di incidenti e quindi non si può vedere il talento del pilota”, sopratutto quando questo commento arriva dopo solo qualche mese di frequentazione profonda dell’ambiente.
      I grandi intenditori di piloti ed esperti di kart come Dino Chiesa (che lei conoscerà bene penso), Mauro Pozzi, Roberto Robazzi, Peter De Brujin, i fratelli Merlin etc. so per certo che la pensano come il sottoscritto e di loro di tutto si può dire ma che non sappiano saper valutare un potenziale professionista del volante!!! Credo anche che questi pensieri siano condivisi, ma magari non detti, da Andrea Bertolini: non a caso quest’ultimo da quando è coinvolto come costruttore nel kart mi sembra si avvalga di piloti-kartisti maturi per la sua squadra ufficiale e non di 15 pronti a passare in macchina dopo 1-2 stagioni di kart internazionale.
      Prenderei ad esempio De Vries che direi nonstante la giovane età vanta un palmares kartistico che nenche tutti quelli del F.D.A. messi assieme hanno e invece di passare, pur avendone l’età e le possibiltà, in macchina si fa ancora una stagione internazionale di kart, lui si che arriverà in macchina come un piccolo professionista anche se quando è arrivato in italia a fare le prime gare di livello nella junior è finito in mezzo a tanti incidenti……

  3. Luca Says:

    Da ex kartista per oltre 14 anni anche con esperienze in auto a ruote scoperte e coperte, e sopratutto da attento e distaccato (nel senso che non sono mai stato coinvolto professionalmente nel kart) osservatore sposo in toto le osservazioni del sig. Giulio Falsirollo.
    Sopratutto ne condivido i passaggi che sottolineano come il kart possa dire abbastanza sulle doti di un ragazzo ma che non dica tutto. Avendo provato personalmente posso dire che la tecnica di guida tra kart e monoposto è molto differente, ma ciò che il kart insegna è proprio la forma mentis da pilota oltre ad un altra serie di cose.
    Anche a me sorprende leggere quanto scritto dall’ing. Baldisserri più che altro mi stupisce vedere che si traggano delle conclusioni dopo neanche una metà stagione di un ragazzino che è alle sue prime esperienze di gare vere. Da dei professionisti ex f1 io mi aspetterei più freddezza e distacco professionale nel giudicare le cose. Avendo appunto io corso tanti anni anche a livello internazionale posso dire che nel corso di una lunga stagione i fattori incidenti e scorrettezze si “distribuiscono” con omogeneità tra i concorrenti. Se poi per assurdo capitano tutte ad un soggetto, sarà proprio opera di professionisti come l’ing. saper notare il talento del soggetto anche a fronte delle continue scorrettezze.
    Comunque ciò di cui son sorpreso è che quello che è accaduto nelle gare di sarno è proprio la classicissima situazione di un ragazzo che va forte come prestazione sul giro ma che è ancora acerbo a livello di bagarre con piloti più smaliziati che poi in kf3 tanto smaliziati non possono esserlo vista l’anagrafe….
    E poi aggiungo una cosa il kart vero si vede minimo in kf2, 60 e kf3 non danno l’idea chiara se un pilota è valido o no per una serie di motivi che non sto a scrivere perchè il mio knowhow non lo regalo a nessuno….ahhahh
    Concludo dicendo che il kart va preso per quello che è senza dargli un importanza più grande di quella che ha…ma neanche meno….

  4. Dante IronHead Banchio Says:

    Caro Luca, le mie opinioni te le ho espresse per telefono, ma le ribadisco anche a commento del tuo post. La situazione è a dir poco vergognosa, ho letto e sentito commenti da parte dei vertici CSAI lusinghieri nelle interviste postgara. A conferma che, o non erano presenti sul campo o avevano di ben altro da confabulare. La mia personale opinione è che ben hanno fatto i colleghi di livello a prendersi un anno sabbatico in attesa di eventi e altrettanto saggia è stata la mia decisione di seguire i ragazzi che nei due anni precedenti l’attuale ho diretto nel kart a seguirli nell’automobilismo. Anche in questo ambito c’è molto da lavorare in quanto i Direttori di Gara che seguono i campionati CSAI auto, pur nella loro esperienza decennale, poco ne masticano di psicologia giovanile, abituati come sono a trattare con piloti di età di ben oltre i 20/25 anni, quindi di carattere e formazione sportiva quasi completata. Grato della attenzione a me rivolra da un grande dell’automobilismo italiano quale è Giorgio Campana che mi ha voluto al suo fianco in questo difficile compito e dell’incarico gravoso che mi ha affidato nel collaborare al progetto suo. Certo che la collaborazione porterà i suoi frutti, confido nella tua esperienza e nella tua influenza nel convincere i vertici dello sport nazionale ad investire sempre più nei giovani talento da poco usciti dagli esami nazionali me escluso che di giovane non ho più che lo spirito e la grande passione per questo che deve essere l’emblema della nazione nel mondo. Certo di poter ancora disquisire di certi argomenti i diretta gare, ti abbraccio e saluto cordialmente.
    Dante

  5. Giulio Says:

    Gentile Luca,

    Nel tuo articolo apri il fronte a svariate riflessioni,tocchi argomenti diversi fra loro e poni domande a cui non basterebbero risposte di sveriate pagine.Ma esisono in realtà delle risposte oggettive ed universali?Tu stesso scrivi in preda ad una soggettività malcelata,facilmente intuibile dagli addetti ai lavori più attenti.Non dubito assolutamente della tua reale preoccupazione,ma mi sono chiesto cosa avresti scritto tu oggi se il ragazzino di cui ti stai prendendo cura,avesse vinto e dominato tutte le gare sino ad ora disputate qui in Italia??…Forse che:il kart è una scuola imprescindibile dove i talenti dimostrano già in tenera età il loro valore,e se integrati in un programma professionale,il giorno in cui diventeranno professionisti avranno una marcia in più;che il vero talento emerge già dal kart,che i più bravi talent-scout riescono a riconoscere i fuoriclasse già nel kart,bla,bla,bla….

    Già talent-scout..Chi sono?Dove sono?
    Frequento il mondo del kart da 15anni,e l’automobilismo sportivo da una decina.Data la mia giovane età,ho trasformato la mia passione in professione solo da qualche anno però.Ho incontrato ed osservato sulle piste,quasi tutti i migliori piloti che ora sono al vertice dell’automobilismo mondiale e che hanno iniziato la loro gavetta nel kart.
    Ti posso dire che c’è una cosa che accomuna tutti loro:IL MODO IN CUI SI COMPORTANO NEL PADDOCK,SOTTO LA LORO TENDA,CON I MECCANICI ecc..Il talento non va scoperto,va assecondato,indirizzato,se c’è viene fuori ed è palese.Ed il karting permette già di fare una prima selezione,senza dubbio alcuno!La cosa importante è capire che esiste una persona dietro al pilota,un individuo che arriva bambino ed esce ragazzo,più o meno maturo.Poi la sua crescita è generalmente in un momento critico,quando abbandona il kart(parlo per quelli che passano giovani alle monoposto),quindi la sua personalità è nel pieno di una trasmutazione difficilmente controllabile.
    Qualcuno confonde i mezzi e le risorse con le capacità,questo è il guaio vero.Se un ragazzino arriva dalla luna convinto che,con dieci persone al seguito,disponibilità pressochè illimitata,strutture aziendali tutte per lui,ingegneri di formula 1,motorhome fuoriscala e quant’altro,ne avrà abbastanza per mettere tutti dietro;si può dire che abbia qualche asso nella manica,ma non è detto che sappia quando mostrarlo.Se poi si aggiunge l’arroganza ed esaltazione di padri che sbandierano l’avvento di un fenomeno,ancorprima che questo si manifesti,la frittata è fatta.Perciò mi fa sorridere che tu abbia pubblicato adesso questo articolo.Ora,ci sono molte situazioni che andrebbero sistemate,e confermo che il regolamento sportivo è rimasto defilato rispetto al miglioramento(inteso come uniformità e qualità rigorosa nei controlli)che si è avuto nella stesura delle norme tecniche.
    Ma che le gare di kart fossero piuttosto “movimentate”,non è una novità di oggi nè di ieri.Io dico sempre che quando uno fa una scelta deve assumersi le prorprie responsabilità:tecniche,etiche,umane,legali che siano.Incolpare o criticare un sistema,quando non si vince,è un malcostume del quale,probabilmente,non ci libereremo mai.E quelli che vincono le gare e i campionati?Cos’è,corrono con gli speroni sulle ruote,con paraurti in acciaio altoresistenziale.Guarda caso i fenomeni veri,ci sono sempre là davanti e,può succedere l’incidente in una manche,in una partenza,ma alla fine del week end il bilancio è quasi sempre veritiero della bravura di un pilota,anche quando talvolta la classifica non tiene memoria di eventi indesiderati.Io non vendo telai,faccio un lavoro più simile al tuo,gestendo piloti e lavorando con team,con il solo scopo di far emergere le capacità di chi guida.Ne curo la loro crescita.Mi sento di dirti che non è certo per pressapochismi nei regolamenti sportivi,che si ha una dispersione di talenti.Io dico sempre a chi si lamenta dei contatti:”Parti davanti,restaci e nessuno potrà darti colpi!”Le occasioni per emergere sono molteplici:tu sai meglio di me quali siano le caratteristiche ricercate.A tal proposito ricordo ad esempio che la consacrazione per un giovane talento Finlandese,due anni fa è avvenuta quando,appena arrivato dalla KF3,si è messo a stampare giri veloci ed ottenere Superpole,nella classe dei professionisti,la SuperKF.Questo forse,più ancora che i due Europei vinti e un mondiale sfiorato,gli sono valsi un contratto con una persona ben inserita nel motorsport.
    Senza entrare nello specifico,i regolamenti ci sono,sono assolutamente migliorabili, e concordo che troppo è lasciato alla libera interpretazione dei commissari di gara,molto spesso rei di sviste clamorose;ma mi rifiuto di pensare,anche in base a semplici calcoli probabilistici,che il karting possa mettere in ombra qualcuno perchè vittima di un’assenza od inadempienza nell’applicazione di norme che regolamentino il corretto svolgersi di una manifestazione agonistica.Qualcosa di buono è stato fatto,e ricordo che tutti noi abbiamo accolto con favore l’idea di montare a bordo videocamere che registrino la gara e possano documentare oggettivamente eventuali scorrettezze o manovre sanzionabili.La cosa pareva funzionare bene,ma l’entusiasmo è calato ben presto.Perchè?Forse il motivo è proprio che in realtà i casi non sono molti,e,alla fine,vince chi è più veloce e costante;e più abile di altri nel tenersi fuori dai pasticci!
    Il dibattito sarebbe infinito,ma mi sento di poter elencare alcuni punti che ritengo facciano del kart una disciplina estremamente formativa,propedeutica e veritiera;anche sulla base della mia visione a 360° gradi del motorsport,e alle mie esperienze sulle ruote grandi;perciò il mio è un pensiero il più possibile oggettivo e sopr le parti.
    Dal punto di vista meramente tecnico,la questione è coplessa e assai dibattuta.Ne parlo molto spesso con i tecnici e team manager delle formule,e più o meno il ensiero comune è questo:il karting è importante ma non fondamentale per un futuro professionista dell’automobilismo(proprio durante la prima gara del mondiale di F1 di quest’anno,abbiamo visto sul podio un pilota che ha iniziato direttamente dalle monoposto).Piste lunghe,piste corte,curve veloci,curve lente,frenata aggressiva,frenata dolce,abuso dello sterzo….La questione è lunga.A mio parere il kart è un po’ paragonabile all’apprendimento delle lingue:chi ha la fortuna di automatizzare quei movimenti,attivare quei riflessi,imparare a sensibilizzare la percezione delle accelerazioni e della fisica che governa il moto di un mezzo su ruote,fin dalla giovane età,porterà dentro di sè un background di informazioni mnemoniche,psico-fisiche,che lo aiuteranno in tutta la sua carriera.(Ricordo che una volta il più noto costruttore di monoposto al mondo mi disse che secondo lui il corpo umano è dotato di una sorta di giroscopio al suo interno,e solo alcuni piloti riescono veramente a farne uso..).La guida di un kart,la sua dinamica,i tempi di reazione,le forze in gioco,le velocità e,di consegueza,le tecniche di guida,sono in parte differenti;ma il mestiere di tenere in mano un volante e coordianare acceleratore e freno,può essere affinato già sulle ruotine piccole.
    Ma io ritengo che la grande propedeuticità del kart,stia nella sua formazione agonistica.Nell’apprendimento di una “forma mentis”,di quello che da buono studente in ingegneria,chiamerei metodo.La cosa che più mi colpì la prima volta che vidi i due Olandesini i quali tante vittorie stanno ottenendo nel kart,fu il loro comportamento,la sicurezza ostentata a soli 12 anni,il loro professionismo.Il fatto che riuscivano a vincere subito al debutto era passato in secondo piano.Il controllo delle emozioni o meglio dell’emotività,è una cosa fondamentale negli sport individuali.Ma bisogna altresì comprendere che chi aziona “la macchina” è l’ultimo elemento di una catena di persone che contribuiscono al buon esito di una gara;quindi il kart insegna il lavoro di squadra,la fiducia nei propri mezzi ma anche la fiducia in chi ci prepara i mezzo,appunto.La cura dei dettagli,il rapporto causa-effetto,la ricerca e l’esasperazione tecnica,l’ambizione e si spera,la sportività.E poi tutti i piloti da pista amano la bagarre,il rapporto fisico con l’avversario,il sorpasso e niente lo insegna meglio del kart;certo va regolamentato e monitorato.Tutti cercano di vincere,uno solo ci riesce.Allora tutti gli altri cercano di arrivare più avanti possibile in classifica.Il “buon senso” è soggettivo,così come la morale,perciò mal si sposano con una legislazione.
    Le lamentele ci sono sempre,ma voglio ripetere che non mi pare realistico mettere in dubbio la validità di una specialità per sporadici episodi,nei quali,peraltro,c’è,quasi sempre,un concorso di colpe da parte dei diretti interessati.Il vostro programma giovani ha sbandierato con fierezza due giovani promettenti,passati lo scorso anno dal kart alle monoposto.Nessuno,allora,ha fatto menzione del fatto che avessero delle lacune sotto il piano sportivo in un certo modo imputabili a mancanze radicate nel karting,bensì tutti si sono prodigati nell’elogiare le loro origini.Li avete forse “scoperti” e selezionati perchè costretti nelle retrovie da continue scorrettezze degli avversari?
    Non vuole essere una critica la mia,forse mi sono un po’ fatto prendere dallo scrivere e i toni potrebbero sembrare battaglieri,ma lungi da me creare tensioni,anzi.
    Ritengo solo che uscite di questo tipo,fatte da persone impegnate in realtà importanti,possano essere controproducenti per il movimento stesso del karting,già vulnerabile e suscettibile di suo.Molte persone potrebbero esserne influenzate,sulla scia emotiva appunto.
    Il kart ha un altro problema,a mio avviso.Tutti li dentro pensano che sia IL MONDO e non UN MONDO come in realtà è.Un mondo a sè,ma che dovrà imparare a convivere e comunicare con gli altri mondi,per essere compreso,apprezzato e valorizzato.Un mondo che deve capire che alcuni dei concorrenti sono solo di passaggio.Il chiudersi in un sistema arcaico e diffidente,non porterà certo ad rafforzamento della disciplina,perciò ben vengano personaggi,promotori,costruttori,team,commissari sportivi e tecnici che riescano ad ampliare gli orizzonti del karting.

    La chiudo qui perchè sono le 3.30 di notte e domani mattina mi aspetta una lezione di meccanica razionale alle 8.15.
    Non ho nemmeno il tempo per rileggere e correggere eventuali errori.
    Luca,spero di aver fatto cosa gradita.

    Ti saluto cordialmente,
    Giulio Falsirollo

    • baldol Says:

      Caro Giulio

      ti ringrazio per il tuo commento che mi ha fatto piu’ che felice…voglio puntualizzare alcuni tuoi passaggi :
      credo che il tuo riferimento a Lance sia abbastanza chiaro …ebbene sono il primo a non voler confondere i “mezzi e le risorse” con il talento che e’ tutta un’altra cosa. Il fatto che abbia voluto sollevare la questione regolamenti non ha niente a che vedere con Lance, o almeno, forse mi e’ partita dalla penna proprio per alcuni episodi che hanno visto Lance purtroppo soccombere, ma comunque il motivo per cui ho deciso di alzare il vespaio risale un po’ piu’ indietro e precisamente alla gara di Imola dell’anno scorso in Formula Abarth…..in sintesi, un autoscontro degno di una gara di KF3 (che sia WSK o CIK-FIA o CSAI , cambia poco..)….i ragazzi che dal kart passano in macchina, tendono ad applicare la stessa malsana arte del…”cambio di linea”….o del “tamponamento” ormai acquisite come data di fatto proprio perche’ nessuno ha cercato di spiegare a forza di penalita’ e sanzioni piu’ o meno gravi e pesanti che certi comportamenti non sono una buona cosa, oltre che rischiosi e antisportivi…io sono il primo a credere nel kart come disciplina formativa e propedeutica per le Formule, anzi fondamentale e necessaria ….chi passa alle formule troppo in anticipo o proprio bypassando prima o poi la sua carriera e formazione ne risentira’…..lasciamo perdere Petrov per carita’!!!
      Quindi ribadisco che, proprio perche’ oramai gli interessi, anche economici, per chi e’ nel kart perche’ voglia individuare il talento o perche’ il kart stesso rappresenta certamente un business di tutto rispetto, sia giusto chiedere che questa disciplina venga gestita con la necessaria professionalita’ da tutti gli addetti ai lavori, dai commissari, dagli organizzatori, dai Team, dai manager…..e dagli stessi piloti !

      • Giulio Says:

        Gentile Luca,

        Sono trascorsi alcuni giorni dalla tua risposta pubblicata in seguito al mio intervento.Causa impegni prima,studio e Pasqua di mezzo,ne ho preso visione solo ora.
        Tralasciando ogni tipo di riferimento alla risposta di Dante Banchio,ma invitandoti cordialmente a leggere la mia replica che seguirà,voglio ringraziarti per l’attenzione mostrata e spero vivamente che la tua espressione di felicità non fosse ironica.
        Apprezzo orgogliosamente il fatto di ritrovarti d’accordo con me su alcuni punti,e voglio sottolineare come il tuo sia un atteggiamento costruttivo,apprezzabile e rispettoso nei confronti di un giovane,sicuramente volenteroso e spero che il tempo paleserà valente,come me.
        Ribadisco fermamente ciò che ho espresso nella precedente,invitando tutti a non travisare nulla,a non leggere atteggiamenti contrari ed avversi nei confronti del vostro programma,che io non abbia espressamente criticato.Continuo a credere,come quella notte,anche dopo aver riletto dieci volte,che dalla mia valutazione si possano cogliere aspetti condivisibili e frutto di osservazione ed attenta ponderazione.

        Per quel che concerne il nocciolo della questione,mi sento di appoggiare fortemente la tua condanna alle due pericolose manovre a cui tu fai riferimento,ben conscio che esse rappresentino un grave pericolo ancorprima che una deprecabile scorrettezza;e che spesso questo vizio parta proprio dal kart.A tal proposito mi sono spesso trovato a dover contraddire preparatori e meccanici con cui collabaoro,nel momento in cui appoggiavano o nel peggiore dei casi incoraggiavano ragazzi a stupide manovre.Ma qui sorge un altro problema:forse andrebbero puniti gli adulti che seguono questi ragazzi o spesso bambini…
        Non voglio andare oltre..
        Ribadendo il concetto,se non fosse abbastanza chiaro,che si può e si deve fare molto per emarginare questi problemi,al fine di tutelare l’intero movimento kartistico non solo il singolo pilota.
        La gara di Imola a cui fai riferimento tu,mi pare fosse quella in cui si infortunò Raffaele,se non ricordo male.Io non ero presente,ma ricordo che guardai e riguardai i video di quegli incidenti,e lessi i comunicati emessi al termine dei briefing che vennero tenuti in seguito per ammonire ed educare i ragazzi.

        Intendo comunque ribadire anche ciò che ho espresso per contraddire alcune tue affermazioni che non condivido o più semplicemente ho provato a dare una personale e modesta risposta alle domande che ponevi a te stesso ed agli altri(retoriche per la verità),mantenendo uno spirito propositivo e neutrale,nella totale consapevolezza che ognuno fa il proprio mestiere nonchè interesse,e certamente tira l’acqua al suo mulino.
        Ho letto anche la tua intervista sul quotidiano sportivo più popolare in Italia…Ma preferisco non esprimere la mia analisi in questa sede.

        Ringraziandoti per l’attenzione,mi auguro che i nostri cammini si possano incontrare per iniziative più concrete,rinnovandoti la mia totale disponibilità ed apertura a qualsiasi confronto.
        Augurandoti sinceramente un buon lavoro,
        ti saluto cordialmente,

        Giulio Falsirollo

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