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Che cosa c’e’ sotto…

July 7, 2011

Molto spesso sono chiamato a riflettere su quali sono le reali motivazioni che portano a prendere determinate decisioni .

Mi riferisco alla proposta che ormai e’ stata comunemente riassunta con il tag “Articolo 18” , che non ha nulla a che vedere con uno dei punti cardine dello statuto dei lavoratori riguardante i licenziamenti dai rapporti di lavoro, approvata all’unanimita’ (!!) nell’ultimo Consiglio Mondiale FIA tenutosi a Barcellona agli inizi di giugno, riguardante la correzione dell’ articolo 18 dell’ International Sporting Code, specificatamente riferito alla disciplina del Karting.

In particolare la proposta della CIK impone ai piloti stranieri che intendono partecipare a campionali nazional, chiaramente in paesi diversi dal loro di cittadinanza, di essere in possesso della Licenza Internazionale oltre che avere il nulla osta dalla ASN del propio paese di cittadinanza di correre all’estero.

Detta cosi’, non ci sarebbe nulla di formalmente errato : se io sono un pilota e voglio partecipare ad un campionato all’estero, devo essere in possesso di una licenza riconosciuta all’estero e quindi internazionale……

…il problema nasce dal fatto che all’appedice B dell’International Karting Regulation si attesta che il grado “internazionale” per una licenza e’ conseguibile solo da chi, nell’anno, avra’ compiuto i 13 anni…..

Questo significa che, un ragazzino e’ costretto ad iniziare a correre e confrontarsi con i propri avversari solo nel paese di cui ha la residenza e nazionalita’ fino all’eta’ di 13 anni e solo allora potra’ iniziare a competere internazionalmente. Ora, direi pochi problemi per i ragazzini italiani, francesi, tedeschi, canadesi ( di cui abbiamo un esempio con Lance Stroll, al suo primo anno “internazionale” compiendo solo ad ottobre i 13 anni)….ma che ne sara’ dei rumeni, ucrainici, finlandesi, belgi, olandesi, e che dire di chi ha nazionalita’ monegasca per esempio ?? Saranno costretti ad espatriare oppure iniziare a correre solo contro il fratello o la sorella od il cuginetto oppure dovranno iniziare ad un’eta’ gia’, ahime’, avanzata per i colleghi per esempio italiani che avranno invece avuto la possibilita’ di macinare chilometri per gia’ almeno 4-5 anni !!

Per non parlare poi delle realta’ organizzative che gia’ sono in essere da un po’ di tempo : la categoria dei “60” e’ ormai piu’ che un esperimento ma gia’ un progetto concreto non solo in Italia/Francia/Inghilterra/Germania ma anche in centro europa con un campionato che attira partecipanti dalle nazioni middle-europee (svizzera,austria,slovacchia,ungheria….).

Quali saranno allora le motivazioni che hanno spinto la CIK in questa direzione ??….se rimaniamo nell’ambito del socio-educativo, posso pensare che la costrizione imposta ai ragazzini di rimanere “a casa” almeno fino a 12 anni, li induca a frequentare gli obblighi scolastici e comunque rimanere sotto la sfera educativa della famiglia durante un’eta’ cosi’ critica per lo sviluppo futuro del ragazzo.

Vero , …ma e’ proprio questo il vero problema da risolvere e che sta a cuore alla CIK ??…sara’ sufficiente proteggere i ragazzi SOLO fino a 13 anni ???

Credo che la FIA-CIK se VERAMENTE avesse a cuore l’educazione e la preparazione scolastica dei piloti , avrebbe dovuto concentrarsi fin da subito per fare in modo che un ragazzo di 20-21 anni non possa partecipare a gare della massima serie (..e vincere !!) ….e’ chiaro che se gli occhi di tutti sono puntati sul “ragazzino” , come lo chiamavo io, cheĀ  all’eta’ di 22 anni e alla sua prima esperienza in F1 sfiora la vittoria del mondiale , per acquisire il minimo di esperienza, anche un grande talento come Lewis ha dovuto correre per almeno 15 anniĀ  …e che dire di Vettel che a 23 anni il mondiale lo ha vinto ??!! Allora, se vogliamo mettere dei vincoli e limitazioni, riformiamo seriamente tutto il sistema , altrimenti anche per chi, come noi che e’ alla ricerca dei futuri talenti, si deve interessare anche ai ragazzini di 10 anni e perche’ imporre limitazioni di nazionalita’ ??

E se la vera ragione che ha spinto la CIK verso una tale proposta fosse un’altra ??

Karting

April 5, 2011

Ormai e’ un dato di fatto che il karting sia considerato come la disciplina propedeutica per definizione dell’automobilismo sportivo su pista.

L’Italia e’ il paese dove risiedono i maggiori costruttori (Tony, CRG, Birel, Intrepid…) e quindi anche i Campionati e le competizioni di interesse internazionale partono o comunque sono organizzate nel Bel paese : l’evento sportivo ed i risultati che ne conseguono sono direttamente contatenati agli interessi commerciali dei costruttori stessi i quali sono riusciti a boicottare la Federazione Internazionale CIK-FIA pur di proteggere i propri interessi.

Ma tutto questo che valenza sportiva ancora conserva per chi, come me, lavora sui piloti e non per vendere karts ?

Se da un punto di vista tecnico il regolamento si sta affinando sempre di piu’ e converge verso una serie di assiomi e postulati abbastanza ben definiti, dal punto di vista sportivo le cose sono lontane dall’essere chiare e universalmente adottate e applicate.

Le competizioni ormai, a tutti i livelli, vedono circa 35-40 karts alla partenza di una pre-finale o di una finale. La “battaglia” che ne consegue e’ esasperata e proprio di battaglia si tratta.

Sono convinto che, la non chiarezza e mancanza di un regolamento sportivo e di comportamento ben preciso sia alla base di tutto questo.

E’ chiaro che, chi investe in questo settore, e’ interessato che la competizione faccia emergere il pilota con maggiore talento. Il talento stesso deve essere protetto dall’applicazione rigorosa del regolamento tecnico ma anche da norme sportive che ne descrivano le azioni, i sorpassi, le finte , le toccate ..in qualifica, durante gli heats e le finali.

Mi chiedo ….esiste un regolamento sportivo nei kart oppure il classico “buon senso” tanto caro a noi italiani, viene utilizzato per giudicare e dirigere la competizione ?

Siamo sicuri che questo sia sufficiente a garantire che questa disciplina sia effettivamente utile per l’inizio della carriera di un futuro pilota oppure il pressapochismo e la faciloneria con la quale si affrontano certi problemi non comporti un progressivo depaurimento del potenziale serbatoio di talenti dal quale ci aspettiamo la nascita del futuro campione ?

Luca